Farmacisti privati, salta il tavolo sul contratto: Servono risposte, non elemosine

UILTuCS Toscana: “La professione è cambiata, ma tutele e retribuzioni restano ferme. È ora di unirsi per difendere la dignità del lavoro in farmacia”

La trattativa nazionale per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle Farmacie Private si è interrotta bruscamente sulla proposta economica avanzata dalle controparti. Un’offerta di soli 120 euro lordi annui che suona come un insulto per migliaia di farmacisti collaboratori, professionisti che ogni giorno operano con passione e responsabilità crescente.

“A fronte di un carico di responsabilità sempre più pesante, ci viene proposto un aumento irrisorio. È un’offesa alla dignità professionale dei farmacisti”, commenta Giuseppe Franzone, coordinatore regionale UILTuCS Toscana per il settore farmacie private.

Negli ultimi anni il ruolo del farmacista è cambiato radicalmente. Alle tradizionali attività di dispensazione si sono aggiunti servizi di primo e secondo livello, questo ha comportato un forte aumento delle responsabilità, con un aggravio economico diretto sulle spalle dei lavoratori: oltre all’iscrizione obbligatoria all’Enpaf, all’Ordine dei farmacisti e ai corsi ECM, molti sono costretti a stipulare autonomamente polizze assicurative per colpa grave, come previsto dalla Legge Gelli-Bianco. Una condizione che pesa soprattutto sui direttori responsabili, chiamati a rispondere anche sotto il profilo extracontrattuale.

A tutto questo si aggiunge la flessibilità selvaggia dell’attuale contratto, che consente ai datori di lavoro di modificare unilateralmente turni e orari, spesso con scarso preavviso, passando da spezzati a continuati, distribuendo l’orario settimanale su più giorni e rendendo difficile la conciliazione tra vita e lavoro. Un disagio che colpisce in particolare le donne, che rappresentano la maggioranza del personale impiegato in farmacia.

“Non si può pensare di trattenere i farmacisti a colpi di precarietà e sacrifici unilaterali. La categoria è stanca, e sempre più colleghi cercano alternative fuori dal contratto: insegnamento, partita IVA, libera professione”, sottolinea Franzone.

Ma non tutti possono permettersi di cambiare strada. Molti farmacisti hanno scelto questa professione per vocazione. Lo abbiamo visto con chiarezza durante la pandemia: le farmacie sono rimaste un presidio aperto e sicuro, grazie a lavoratori che, nonostante le paure, non si sono tirati indietro.

“Il nostro appello è a quei colleghi che ogni giorno mettono il cuore nel proprio lavoro: non restate soli. Organizzarsi, informarsi, aderire al sindacato significa difendere la propria passione e la propria professionalità.”

La UILTuCS rilancia un percorso già intrapreso con successo dai colleghi delle farmacie comunali: la sindacalizzazione della categoria.

“A chi dice che le farmacie non hanno soldi ricordiamo che durante il Covid non hanno mai chiuso e oggi fanno gola a fondi e multinazionali. Se c’è profitto, c’è spazio anche per riconoscere il valore di chi ogni giorno le tiene in piedi: il farmacista.” Conclude Franzone.

Firenze, 13 giugno 2025

Non restare in silenzio…