Farmacisti, presidio regionale a Firenze per il contratto nazionale
Dopo quasi un anno dalla scadenza del contratto nazionale, anche in Toscana i farmacisti e gli altri lavoratori e lavoratrici delle farmacie privatesi mobilitano
Dopo quasi un anno dalla scadenza del loro contratto nazionale, e dopo la rottura della trattativa di rinnovo a causa dell’enorme distanza tra la richiesta di incremento salariale chiesto dai sindacati e la disponibilità data da Federfarma, anche in Toscana i farmacisti e gli altri lavoratori e lavoratrici delle farmacie private sono in mobilitazione.
Fanno ogni giorno un lavoro prezioso al servizio dei bisogni di salute dei cittadini, hanno sostenuto la sanità territoriale durante la pandemia, si formano continuamente per incrementare la propria professionalità, ora chiedono che il loro lavoro venga giustamente valorizzato, anche nell’evoluzione di competenze e responsabilità che la “farmacia dei servizi” comporta.
Per questo, per sollecitare una ripresa della trattativa con disponibilità diverse da parte datoriale, le organizzazioni sindacali Filcams Fisascat e UILTuCS Toscana a seguito di un’assemblea partecipata da quasi 200 lavoratori hanno organizzato un presidio di protesta davanti alla sede di Federfarma Toscana in via Mario Fabiani 4/2 per il 15 luglio dalle ore 10 alle 12 , invitando i lavoratori e le lavoratrici ad andare in piazza coi camici.
Lunedì sera, il Consiglio Regionale Unitario dei farmacisti ha registrato una partecipazione straordinaria, segno evidente di un malcontento profondo e diffuso.
“Le proposte economiche avanzate da Federfarma al tavolo nazionale sono apparse distanti anni luce dalla realtà quotidiana vissuta da migliaia di professionisti.” Si esprime così Giuseppe Franzone, coordinatore regionale UILTuCS Toscana per il settore farmacie. Una parte della dirigenza sembra ignorare le responsabilità, le competenze e il carico di lavoro crescente richiesti oggi a chi lavora in farmacia – continua Franzone – si parla di ampliare i servizi offerti, ma senza riconoscere dignità, diritti e giusta retribuzione a chi quei servizi dovrebbe garantirli”.
“Non possiamo permettere che miopia e interessi di parte compromettano il futuro di una professione essenziale per la salute pubblica. Non staremo a guardare”, conclude Franzone.
Il 15 luglio in piazza per dire basta.
È il momento di farsi sentire. È il momento di reagire.
Firenze, 14 luglio 2025



