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Mercatone, migliaia di lavoratori a rischio: stato di agitazione

E’ un terremoto che potrebbe travolgere circa 150 famiglie toscane e tantissimi lavoratori in tutta Italia, quello che sta colpendo i dipendenti del Mercatone Business, azienda storica della distribuzione organizzata del mobile, complementi di arredo e casalinghi, che conta 79 punti vendita a livello nazionale con circa 3500 dipendenti.
L’azienda, che in Toscana ha 5 punti vendita (Lucca, Altopascio, Calenzano, Navacchio e Colle Val d’Elsa) ha presentato istanza di concordato preventivo “in bianco” e ne ha dato informazione alle OO.SS. attraverso l’invio del comunicato stampa diffuso a tutti gli organi di informazione.
Il colpo più duro è stato assestato nel lucchese, nei negozi di Lucca e Altopascio, dove 60 persone potrebbero non avere più la certezza, all’improvviso, di un lavoro . Questo dopo che, a luglio dello scorso anno, era stato annunciato perfino un restyling – con tanto di investimento – per alcuni negozio tra i quali proprio il punto vendita di Altopascio.
“Purtroppo la notizia non ci ha sorpreso – scrivono in una nota congiuta la UilTucs Uil Nazionale, Filcams Cgil Nazionale e Fisascat Cisl Nazionale – poiché avevamo già compreso negli ultimi mesi che la situazione aziendale stava rapidamente degenerando. Negli ultimi tre anni abbiamo sottoscritto accordi sindacali per l’utilizzo dei Contratti di Solidarietà, che dovevano avere lo scopo di consentire un processo di riorganizzazione dei punti vendita, tale da rilanciare l’azienda e renderla competitiva e contenere, al contempo, il costo del lavoro per salvaguardare l’occupazione”.
“L’immobilismo, la mancanza di iniziativa anche sul piano commerciale hanno invece caratterizzato l’andamento degli ultimi tre anni, contribuendo ad aggravare gli inevitabili effetti della crisi economica. A nulla, quindi, sono serviti i sacrifici che lavoratrici e lavoratori (che in molti casi lavorano in Mercatone Business da 15/20 anni ed oltre) hanno fatto negli ultimi anni. Ora, a fronte dell’ultima grave notizia, non abbiamo avuto informazione alcuna circa le ricadute che l’istanza di concordato preventivo potrà avere sui dipendenti di Mercatone Business e non abbiamo alcuna informazione sul piano industriale che dovrà necessariamente essere presentato al Tribunale di Bologna. Vi sono inoltre da affrontare le immediate ricadute su lavoratrici e lavoratori, ad esempio il pagamento della Cigs per i lavoratori dei punti vendita Tre Stelle e Mercatone Business chiusi solo alcuni mesi fa, il pagamento della solidarietà per tutti gli altri lavoratori”.
“È’ per questo che riteniamo necessaria l’apertura di un tavolo sia con l’azienda che con le massime istituzioni, a cui chiederemo di farsi garanti della salvaguardia di lavoratrici e lavoratori. I massimi vertici aziendali, le istituzioni, i commissari nominati dal tribunale, non potranno prescindere dal diritto dei lavoratori ad essere rappresentati e tutelati. Perciò, a sostegno delle giuste istanze dei dipendenti del Gruppo Mercatone Business, proclamiamo lo stato di agitazione, riservandoci di promuovere ogni eventuale iniziativa di mobilitazione”.